sabato 26 novembre 2011



Salvatore Grasso:

Ho visto molti "entrare in politica" con le pezze nel culo, facevano mestieri umili e avevano un istruzione elementare.

Oggi dopo aver gestito la "cosa pubblica",sono diventati milionari, imprenditori, professionisti, diplomati e laureati. Hanno sistemato parenti,amanti e conoscenti.
Eppure una semplice legge poteva controllare il loro operare chi vuole gestire "la cosa pubblica" deve sempre rendere pubblica la sua situazione patrimoniale.




venerdì 18 novembre 2011

MIEI CARI CONTATTI

Ho preso l'abitudine di scrivere note, ma ho notato ahime' che facebook, in effetti ,fa di tutto per dividere ... (oppure devo dire.. che fa di tutto... per nascondere?)
Certo per avere dei lettori devi anche meritarteli ed io, forse, non sono tra quelle che richiamano un folto pubblico.
In effetti dico solo cose ovvie ... e sopratutto ... dal momento che berlusconi ha lasciato finalmente la poltrona, le mie motivazioni sono scemate.

Non ho piu' voglia di darmi da fare nonostante non sia completamente scomparsa in me l'abitudine di diffondere notiziole o di spalmarle nei miei infiniti blogs.
Certo non sono "indignata" come lo ero prima : questi nuovi personaggi venuti alla ribalta, pur presentandosi alquanto meglio, non mi interessano perticolarmente , anche perche' ... io ... di managers .... presidi, avvocati di fama e professori universitari capisco pochino.

E CAPISCO POCHINO, ANCHE , DELLE SOTTILI CONNESSIONI TRA LE VARIE IMPRESE ITALIANE PIU' O MENO PARTECITATE, PIU' O MENO STATALI, E LE BANCHE .


IN EFFETTI SONO PER ME UN MONDO OSCURO: un mondo del quale non ho mai fatto parte, anche se invece conosco abbastanza una delle associazioni piu' note e piu diffuse in italia : il ROTARY.

PARTENDO DA QUESTA MIA ESPERIENZA ALL'INTERNO DI UNA ASSOCIAZIONE LEGALE ANCHE SE MASCHILISTA, CREDO DI RIUSCIRE A METTERE RELATIVAMENTE A FUOCO , per associazione di idee, anche tutte le altre associazioni, nazionali e internazionali che esistono e hanno potere in Italia ed all'estero,ma che, al contrario del Rotary, rimangono praticamente sconosciute ai piu', mentre svolgono misteriosi e strani compiti, SPESSO NOTI SOLO AGLI APPARTENENTI, AI FREQUENTATORI, AI SOSTENITORI PIU' QUALIFICATI, ED AI CAPI E SEGRETARI IN CARICA, riuscendo così a mantenersi, quasi sempre, ben lontane dalle luci della ribalta.

LA LEGGE ITALIANA VIETA LE ASSOCIAZIONI SEGRETE ma non e' stata capace di impedire che" il berlu "cenasse con i giudici che avrebbero dovuto giudicarlo..cosi' come non riesce a mettere in connessione gente di potere che oramai non usa piu' i pizzini... ma si serve di ben altri mezzi .

SEMPRE PIU' DIFFICILE RISULTA capire le connessioni tra le varie associazioni, le compagnie, le conferenze, i gruppi di persone che si riuniscono in segreto ...ed a riparo dalla vista della gente comune e manovrano poteri e soldi e che infestano anche in modo completamente illegale la societa' italiana e internazionale .

La legge italiana non riesce piu' a tenere a freno coloro che si radunano e si incontrano periodicamente in ville e luoghi di sogno per decidere le sorti della gente.Troppo spesso dietro la cortina fumogena del lusso sociale si nasconde l'intrallazzo!

UN TEMPO SI COMBINAVANO MATRIMONI ..PER NON DIVIDERE PATRIMONI.
Oggi si fa ben altro: si decidono i destini della gente e il futuro di una nazione.


IN INGLESE ALCUNE DI QUESTE ASSOCIAZIONI SI CHIAMANO LOBBIES,MA CI SONO LEGGI CHE DICONO CHE DEVONO ESSERE NOTE , DEVONO LAVORARE ALLO SCOPERTO,NON ESSERE SEGRETE E IL LORO LAVOR SVOLTO PER FAVORIRE DEI GRUPPI DEVE ESSERE SVOLTO ALLA LUCE DEL SOLE.

Questo e' quello che posso dirvi per farvi riflettere e ve lo dico proprio perche' molti si lasciano abbagliare solo dall'apparenza...dall'aspetto dei personaggi piu' in vista..... e non percepiscono o immaginano neanche il vero significato nascosto .....di talune aggregazioni..piu' o meno legali.

sabato 12 novembre 2011

UNA GIORNATA PARTICOLARE....

IL COMMENTO
Un cittadino al servizio del Paese
di EUGENIO SCALFARI
MENTRE scrivo queste mie riflessioni domenicali Giorgio Napolitano ha ricevuto la lettera di dimissioni del presidente del Consiglio, salito al Colle tra la folla che gli urla "buffone" e canta l'Inno di Mameli. E mentre oggi il nostro giornale è nelle edicole le consultazioni al Quirinale sono già cominciate e dureranno per l'intera giornata.Non sarà una giornata facile quella del Capo dello Stato. Le forze dell'opposizione - tutte senza alcuna eccezione - indicheranno Mario Monti e un esecutivo di soli tecnici per portare l'economia italiana fuori dal disastro che ne sta devastando la stabilità dei cosiddetti "fondamentali": al tempo stesso la competitività e la coesione sociale.
Ma l'ex maggioranza aggiunge a questo quadro già di per sé assai fosco un ulteriore tasso di drammaticità che la dice lunga sulla natura dei due partiti che la compongono, il Pdl e la Lega. La dice lunga sul prevalere dei loro gruppi dirigenti, degli interessi individuali, settoriali e clientelari su quelli generali della Nazione e quindi sulla loro irresponsabilità di fronte alla crisi che sta imperversando su tutto l'Occidente.Il gruppo dirigente del Pdl è spaccato in due tra chi si oppone alla candidatura di Monti e chi l'accetta come l'unica via d'uscita possibile. Quanto alla Lega il suo vero obiettivo sono le elezioni immediate e la separazione dal Pdl per non subirne il contagio d'una inevitabile sconfitta elettorale.
Berlusconi galleggia nel mare tempestoso che lo circonda ma, dalle sue recenti sortite, dai suoi cambiamenti di rotta improvvisi, dalle proposte assurde e dagli anatemi ripetitivi, dà l'impressione d'essere in uno stato di stordimento e di incoerenza totale, come un pacco sballottato nella stiva d'una nave che imbarca acqua dalle falle del suo sconnesso fasciame.
È evidente che la disgregazione del Pdl complica ulteriormente il quadro; è anche evidente che il Capo di quel partito non è più in grado di comandare ma è altrettanto evidente che non c'è nessuno in grado di sostituirlo. E tuttavia i voti in Parlamento dei deputati e dei senatori berlusconiani sono un ingrediente significativo per la sussistenza d'un governo di emergenza.Per risolvere questo problema Napolitano ha dodici ore di tempo. Conoscendone le capacità politiche, la lucidità delle intuizioni e la dedizione al bene comune, confidiamo nella sua riuscita. In mezzo a tanti guai, errori e manchevolezze che hanno agitato la storia del nostro Paese negli ultimi vent'anni, abbiamo però avuto la fortuna di tre presidenti della Repubblica, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, che hanno costituito l'antemurale difensivo della Repubblica contro le ondate del populismo, della demagogia e dell'avventura.
* * *
Prima di fare il punto aggiornato sulla situazione della finanza e dell'economia italiana di fronte ai mercati che lunedì daranno il loro giudizio sulle decisione politiche che nel frattempo saranno state prese, va chiarita una questione importante che finora ha diviso la pubblica opinione: l'eventuale nascita d'un governo Monti rappresenta la sconfitta della politica e la vittoria della tecnocrazia? Un governo di tecnici che confisca i diritti del popolo sovrano?
Napolitano, più volte interrogato in varie occasioni pubbliche su questo argomento, ha dato una risposta definitiva: "Non esistono governi tecnici poiché un governo, comunque composto, ha bisogno per esistere d'ottenere la fiducia del Parlamento, cioè dei rappresentanti del popolo depositari pro tempore della sovranità popolare". Del resto la nomina di Mario Monti a senatore a vita e in quanto tale membro del Senato a tutti gli effetti è stato un elemento in più, mirato a rafforzare la politicità dell'eventuale candidato.
Ma aggiungo un'ulteriore considerazione: le dimissioni di Berlusconi non sono un evento caduto dal cielo; sono avvenute a causa d'una sconfitta parlamentare in occasione del voto sul Rendiconto generale dello Stato, avvenuto la scorsa settimana. Quel Rendiconto è un atto fondamentale nella vita dello Stato perché senza la sua approvazione non si può approvare né la legge di Bilancio né la legge Finanziaria.
In quell'occasione le opposizioni, rafforzate da un gruppo di dissidenti usciti dalle file del Pdl, decisero di astenersi e in questo modo di contarsi e di contare i voti della maggioranza. Il risultato fu duplice: da un lato il Rendiconto fu approvato come era assai opportuno per non bloccare la macchina dello Stato; dall'altro il risultato della conta fu di 308 voti della maggioranza e di 321 voti dell'opposizione. Poiché la maggioranza, per esser tale, deve avere almeno 316 voti, da quel giorno ha cessato di esistere tant'è che Berlusconi, responsabilmente, andò al Quirinale e presentò le proprie dimissioni "a scadenza". La scadenza è arrivata oggi ed oggi infatti quelle dimissioni sono diventate esecutive.
Conclusione: la caduta di questo governo è avvenuta in Parlamento ed è stata un evento politico a determinarla, con buona pace di chi continua a parlare d'una politica asservita al dominio dei tecnocrati.
* * *
Per completare quanto scritto fin qui voglio ora trascrivere l'inizio del discorso che Carlo Azeglio Ciampi pronunciò davanti alle Camere il 6 maggio del 1993, dopo essere stato nominato presidente del Consiglio da Scalfaro. Sono parole di estrema attualità, forse non diverse da quelle che dirà Monti in analoga eventuale circostanza.
"È per la prima volta nell'applicazione della Costituzione repubblicana che un semplice cittadino, senza mandato elettorale, parla davanti a voi nelle funzioni di presidente del Consiglio ed io sento innanzitutto di dover testimoniare in quest'Aula il rispetto profondo, l'amore civico mai venuto meno, l'orgoglio degli italiani per le istituzioni rappresentative. La storia della democrazia italiana, della progressiva attuazione dei suoi valori, dello stesso avanzamento civile del nostro Paese, coincide con la storia del Parlamento.
Con grande emozione sono qui per ottenere la vostra fiducia non soltanto ai sensi dell'articolo 94 della Costituzione, ma in un senso molto più largo. Intendo una fiducia che prescinda dalla contabilità dei voti dati o dei voti negati. Mi riferisco ad una fiducia morale del Parlamento anche da parte da chi riterrà di dare voto negativo riconoscendo però l'utilità e forse la necessità e l'onestà dello sforzo che questo governo si propone di compiere.
Come la stragrande maggioranza dei nostri concittadini, guardo con speranza al moto di profondo rinnovamento che attraversa il Paese".
Quel governo durò un anno ponendo le basi della ripresa economica e morale. Votò anche la riforma della legge elettorale e poi si dimise avendo assolto al compito che gli era stato affidato. Purtroppo dopo di lui arrivò Berlusconi e sappiamo che cosa è avvenuto e quale sia stata la devastazione delle istituzioni che ne è seguita.
Ora siamo ad una svolta e mi è sembrato che rileggere le parole di Ciampi sia di buon auspicio per il futuro.
* * *
Ed ora facciamo il punto dell'economia, lo stiamo facendo ogni settimana perché ogni giorno i mercati operano sotto stelle diverse e spesso addirittura sotto cieli coperti di nebbia e di nuvole.
Quella alle nostre spalle è stata una settimana di tregenda, conclusa da due giorni di pausa e di respiro in attesa del meglio. Per i mercati il meglio è Monti il peggio è l'incertezza e l'indecisione.
Nei giorni di tempesta lo "spread" è arrivato a 600 punti dal "Bund" tedesco e il rendimento dei nostri titoli pluriennali ha raggiunto il 7,10 per cento, un livello che provocherebbe l'avvitamento del sistema se non fosse un picco ma diventasse uno standard. Il professor Penati ha spiegato su queste colonne che un rendimento del 7 per cento provocherebbe illiquidità nelle banche e poi insolvibilità. Penati teme che questi fenomeni siano già in atto. Forse è troppo pessimista ma ci va vicino. Personalmente penso che una terapia sia ancora possibile purché applicata con urgenza. Credo sia questo il programma di Monti: efficacia e urgenza, crescita e rigore. Ho scritto altre volte, parafrasando Draghi, Roubini e Stiglitz, che a questo a punto i provvedimenti di crescita sono più urgenti del rigore perché consentono un rigore "sano". Senza crescita il rigore diventa una tremenda malattia che si chiama deflazione e recessione.
Concludo sul tema di eventuali elezioni anticipate. Ci sono ragioni che le sconsigliano ed altre che le motivano tirando in ballo il popolo sovrano. Ma ce n'è una che è decisiva e definitiva: le elezioni significano a dir poco due mesi di campagna elettorale, due mesi dominati dall'incertezza del risultato. Una festa per i ribassisti che avrebbero una prateria a disposizione in una fase di scadenze massicce dei nostri titoli pubblici. Per di più con un'ipotesi di maggioranze diverse tra Camera e Senato e quindi con un'incertezza protratta ancora oltre i risultati.
Pare che i sostenitori di elezioni immediate siano sordi da quest'orecchio. Portano l'esempio di Spagna e Grecia ma si tratta d'un esempio profondamente sbagliato: la Spagna non ha i titoli in scadenza come noi e la Grecia ha già un debito sovrano svalutato del 50 per cento. Il nostro debito è il terzo del mondo e se salta, salta l'euro. Il punto è questo. Perciò noi facciamo il tifo per Monti.
(13 novembre 2011)

Dovremo ricostruire .....

Vittorio Borraccetti,
per lunghi anni Procuratore
capo a Venezia,oggi è un
membro del Consiglio
superiore della magistratura (Csm).

Anni ostili al controllo della legalità :Dovremo ricostruire nell'opinione pubblica un comune sentire per una giurisdizione indipendente, uguale per tutti
Sono stati anni in cui c'è stata una escalation e atteggiamenti ostili alla giurisdizione, ostili all'intervento della magistratura e al controllo della legalità. Un'altra cosa che mi viene in mente, pensando a questi diciassette anni, è che sono stati anni in cui non si è fatto nessun intervento che ridesse funzionalità ed efficienza alla giustizia e si è assistito, in mancanza di interventi efficaci, a un progressivo aumento dell'inefficienza.

Dottor Borraccetti, una transizione che non si consuma fino in fondo lascia pensati eredità. Quanto ci vorrà per tornare alla normalità nel campo della giurisdizione?

Ci vorrà molto tempo e bisogna ricostruire una specie di senso comune, nell'opinione pubblica, che creda alla necessità per la convivenza civile e per la democrazia di una giurisdizione funzionante uguale per tutti, competente, indipendente. Secondo me bisogna recuperare questo atteggiamento di fondo, costruire un sentire comune e un lungo cammino per intervenire in tutti i campi con riforme nel senso di una funzionalità piena
Esempi?
Sono tanti, io sono più attento alla giustizia penale. Le priorità sono l'intervento sul sistema penale, una drastica riduzione della pena detentiva, vale a dire la questione del carcere. Ci sarà da rimettere in piedi un processo penale funzionante, che dia risposte in tempi rapidi.
Angelo Miotto